Lobster 53, a misura di armatore

A misura di armatore. E’ il vincolo progettuale imposto per il Lobster 53, il più recente modello Rose Island. Per dimensioni questo 53 piedi si rivolge a chi desidera trovare a bordo spazio in abbondanza, ma non vuole rinunciare a condurre personalmente la propria imbarcazione.

Lo schema sul quale è stato sviluppato è comune a tutta la produzione del cantiere: linee d’acqua pensate per navigare in sicurezza per ogni tempo e un layout capace di soddisfare sia il desiderio di aria marina, sia le necessità della vita sottocoperta.

La carena, opera dell’ingegner Aldo Gatti. La potenza prevista in sede progettuale è comunque di soli 2 X 670 cavalli max per una velocità di punta di 30 nodi. Tuttavia, a vantaggio dell’economicità di gestione, rimane la possibilità di navigare sempre con un corretto assetto a tutte le velocità, a partire da quelle di planata che, secondo le stime fluidodinamiche, si attesta attorno agli 11 nodi.

Lo stile dell’imbarcazione rispetta la biologia di Rose Island, in cui l’ergonomia degli spazi e l’eleganza delle finiture bandisce qualsiasi orpello, qualsivoglia lustrino e ogni soluzione priva di valenza marinara.

La coperta è strutturata per agevolare al massimo le diverse necessità della vita di bordo. Il pozzetto è suddiviso in due aree, distinte fisicamente da due livelli differenti del piano di calpestio e dalla seduta del tavolo da pranzo. La parte a proravia, posta più in alto, è riservata al relax e si propone come prolunga esterna del salone cui si connette attraverso una grande porta scorrevole.

Il pozzetto poppiero, posto più in basso, è principalmente modellato per le necessità di chi deve manovrare e garantisce agevolezza nei movimenti e semplicità di accesso alle zone nevralgiche come bitte e gavoni. La plancetta poppiera, sommergibile, è la spiaggia privata capace di soddisfare i bagnanti più accaniti così come le operazioni di alaggio e di varo del tender. I grandi passavanti rendono comodo e sicuro raggiungere la sezione prodiera, la più indicata per gli amanti dei bagni di sole.

Al salone è dedicato tutto il ponte principale riparato dalla sovrastruttura, in cui la luce penetra copiosa attraverso i circa sette metri quadrati delle finestrature. Qui sono sistemati, oltre alla plancia di guida sulla sinistra, la cucina con tutti gli elettrodomestici necessari a una confortevole crociera e un tavolo da pranzo per sei, otto commensali.

La zona notte si sviluppa in tre locali, con una grande cabina armatoriale a prua dotata di bagno privato. Le altre due cabine gemelle, per volumi e superfici, possono prevedere sia cuccette matrimoniali sia separate. In ogni caso la lunghezza utile per chi riposa è di poco inferiore ai due metri e anche la larghezza dei due letti singoli è di almeno 70 cm. Non manca la cabina marinaio, a mezzanave, cui si accede dall’interno a destra dell’ingresso del quadrato. Anche qui, come nel resto del listino Lobster, gli arredi utilizzano massello di pink ceddar e impiallacciature in mogano honduras, con intarsi realizzati in acero da maestri ebanisti.

Lobster 53, a misura di armatore A misura di armatore. E’ il vincolo progettuale imposto per il Lobster 53, il più recente modello Rose Island. Per dimensioni questo 53 piedi si rivolge a chi desidera trovare a bordo spazio in abbondanza, ma non vuole rinunciare a condurre personalmente la propria imbarcazione. Lo schema sul quale è stato sviluppato è comune a tutta la produzione del cantiere: linee d’acqua pensate per navigare in sicurezza per ogni tempo e un layout capace di soddisfare sia il desiderio di aria marina, sia le necessità della vita sottocoperta. La carena, opera dell’ingegner Aldo Gatti. La potenza prevista in sede progettuale è comunque di soli 2 X 670 cavalli max per una velocità di punta di 30 nodi. Tuttavia, a vantaggio dell’economicità di gestione, rimane la possibilità di navigare sempre con un corretto assetto a tutte le velocità, a partire da quelle di planata che, secondo le stime fluidodinamiche, si attesta attorno agli 11 nodi. Lo stile dell’imbarcazione rispetta la biologia di Rose Island, in cui l’ergonomia degli spazi e l’eleganza delle finiture bandisce qualsiasi orpello, qualsivoglia lustrino e ogni soluzione priva di valenza marinara. La coperta è strutturata per agevolare al massimo le diverse necessità della vita di bordo. Il pozzetto è suddiviso in due aree, distinte fisicamente da due livelli differenti del piano di calpestio e dalla seduta del tavolo da pranzo. La parte a proravia, posta più in alto, è riservata al relax e si propone come prolunga esterna del salone cui si connette attraverso una grande porta scorrevole. Il pozzetto poppiero, posto più in basso, è principalmente modellato per le necessità di chi deve manovrare e garantisce agevolezza nei movimenti e semplicità di accesso alle zone nevralgiche come bitte e gavoni. La plancetta poppiera, sommergibile, è la spiaggia privata capace di soddisfare i bagnanti più accaniti così come le operazioni di alaggio e di varo del tender. I grandi passavanti rendono comodo e sicuro raggiungere la sezione prodiera, la più indicata per gli amanti dei bagni di sole. Al salone è dedicato tutto il ponte principale riparato dalla sovrastruttura, in cui la luce penetra copiosa attraverso i circa sette metri quadrati delle finestrature. Qui sono sistemati, oltre alla plancia di guida sulla sinistra, la cucina con tutti gli elettrodomestici necessari a una confortevole crociera e un tavolo da pranzo per sei, otto commensali. La zona notte si sviluppa in tre locali, con una grande cabina armatoriale a prua dotata di bagno privato. Le altre due cabine gemelle, per volumi e superfici, possono prevedere sia cuccette matrimoniali sia separate. In ogni caso la lunghezza utile per chi riposa è di poco inferiore ai due metri e anche la larghezza dei due letti singoli è di almeno 70 cm. Non manca la cabina marinaio, a mezzanave, cui si accede dall’interno a destra dell’ingresso del quadrato. Anche qui, come nel resto del listino Lobster, gli arredi utilizzano massello di pink ceddar e impiallacciature in mogano honduras, con intarsi realizzati in acero da maestri ebanisti.